domenica 18 maggio 2014

NO OPG. Comunicato a caura delle associazioni di Utenti, Familiari e di Promozione Salute Mentale


Il 27 maggio sarà votato il Decreto Legge - Proroga Chiusura OPF
La problematica assai complessa si sta concludendo sotto le spinte emotive piuttosto che "raccomandazioni cliniche o scientifiche"; per queste ragioni siamo dell'opinione che questa nostra lettera sia in gran parte condivisa, nei contenuti, anche dalle Società scientifiche. Ma anche dalle Associazioni di Familiari regionali e dalle Associazioni degli Utenti in genere poco ascoltate. Tutti comunque consapevoli che la realtà OPG vada affrontata per motivi etici, professionali e di civiltà giuridica. Resta però il nodo di COME la si affronta!

Abbiamo deciso di scrivere questa lettera prendendo spunto da quella che le società scientifiche hanno inoltrato al Ministro della Salute (www.rsmcampobasso.it).
Riteniamo che il decreto nella sostanza si preoccupa della proroga di 1 anno con alcuni principi di massima, tra cui la ferma determinazione di chiudere gli Opg. Nell'ottenere questo si scarica tutta la problematica, sanitaria e giudiziaria, sui Dipartimenti di Salute Mentale trasformandoli da servizi di cura a OPG TERRITORIALI!  Il decreto assegna la problematica forense ai Servizi Psichiatrici investendoli totalmente dell'art 88 del Codice Penale, alias dell'"Infermità Mentale", potenziando nella popolazione quell'associazione, inesistente nella realtà che "Infermo di mente" sia uguale a paziente con disturbo Mentale. Snaturando la legge Basaglia anche attraverso la richiesta di alcuni articoli di Legge (il comma 4, dell'art. 133 cp) che riaffermano un concetto Lombrosiano in psichiatria forense: l'esaltazione delle qualità soggettive con esclusione degli effetti ambientali  che sappiamo essere, in letteratura scientifica, spesso i determinati della salute! In alcuni settori pervade insomma un pragmatismo cinico: chiudere gli OPG, sostituirli con Residenze per l'Esecuzione di Misure di Sicurezza (che alcuni già chiamano Mini OPG territoriali) e scaricare la problematica forense ai DSM! Dobbiamo dunque modificare nella sostanza quel decreto. Innanzitutto informando che INFERMITÀ MENTALE NON È SINONIMO DI DISTURBO MENTALE. Nell'atto di un delitto chiunque infatti può essere accertato come affetto da Infermità Mentale, e questo può essere la conseguenza per esempio di uno stato di intossicazione (cocaina e alcool, sempre più frequenti), di comportamenti di un Antisociale, di disturbi Psicorganici, ecc. insomma di tante situazioni che NON sono di pertinenza della psichiatria, per le quali il DSM non ha interventi o trattamenti da offrire. Nel Decreto si fa riferimento solo ai DSM, e non a tutti gli altri servizi preposti, compresi quelli che dovrebbero far capo forse esclusivamente al DAP, poiché nella popolazione OPG vi sono anche persone, non pazienti psichiatrici, che hanno attitudine al crimine, che appartengono ai circuiti della delinquenza e ribadiamo non sono pazienti psichiatrici. E attenzione DA OGGI IN POI, non per i 500 ma per i 5000 futuri queste saranno le condizioni! Quindi anche per il tossicomane spacciatore, anche per il delinquente che ha ricevuto all'atto della perizia il giudizio di infermo mentale o di semi-infermo mentale i servizi psichiatrici dovranno rispondere di problematiche ingestibili, con conseguenze medico legali e di incolumità per gli stessi nostri utenti, oltre che per gli operatori. E con quale personale dovrà intervenire il Dsm? Con quello particolarmente formato, come dice il DDL? Come se esistesse personale che si potrà specificamente formare per soggetti "socialmente pericolosi"? In alcuni comunicati leggiamo addirittura di dotare i nostri servizi di "maestri artigiani": risulta a qualcuno che la riabilitazione di un infermo di mente e socialmente pericoloso lo si fà con i maestri artigiani?. Nella letteratura delle Evidenze Scientifiche questo non risulta, eppure le società scientifiche non sono ascoltate!

Nei nostri servizi già poco accessibili per il pregiudizio purtroppo ancora esistente verso i Disturbi Mentali, le persone con un bisogno di salute mentale (stati depressivi di tutte le etá, anoressie, gravi disturbi d'ansia, ma anche persone che soffrono di schizofrenia già difficili da trattare per lo stigma o pregiudizio personale) avranno dunque sempre più difficoltà a riconoscere questi servizi come ambienti di cura.

Evidenziamo che le stesse Rems (Residenze per la Esecuzione delle Misure di Sicurezza) concepite anche per soggetti con pericolosità sociale sono previste senza personale di polizia penitenziaria che possa garantire l'incolumità degli operatori sanitari che si troverebbero in balìa del delinquente abituale e socialmente pericoloso. Si ricordi che in Opg vi è stato Raffaele Cutolo e personaggi simili, di caratura inferiore, sono presenti! Invece sta passando l'idea che lì dentro vi sono poveri sfortunati internati da anni per un furtarello di 7000 lire; ma non è così. Nessun perito, medico-legale e nessun giudice sono cialtroni da commettere queste leggerezze! Questo comunque non giustifica lo stato di incuria e di degrado di quei luoghi!

Le immagini che sono state rappresentate sugli OPG sono "forti", vergognose, incivili per un paese europeo, e sicuramente qualcuno avrebbe dovuto pagare per le condizioni degli internati. Ma in Italia questo non accade mai. Si sollevano polveroni poi difficili da gestire e poi si scaricano su altri le conseguenze ingestibili. Ma non si può cancellare l'inciviltá scotomizzando il problema della pericolosità sociale e indirizzandola tout-court verso i Dipartimenti di Salute Mentale al grido "abbattiamo le mura".

In ultimo, neanche l'Associazione Magistrati e i giuristi sono stati interpellati in modo costante e sistematico per superare alcune contraddizioni esistenti nel nostro Codice Penale, che dal 1930 non ha subito modifiche sostanziali in merito ad articoli quali "Infermità Mentale", "Imputabilità" e "pericolosità sociale"; quest'ultimo secondo molti criminologi forensi non dovrebbe neanche essere indagato da psichiatri e  non ha neanche i presupposti per essere metodologicamente accertato!
Anzi, il 29 Aprile l'Associazione Nazionale Magistrati e il Coordinamento dei Magistrati di Sorveglianza hanno emesso un comunicato nel quale sollevano un aspetto giuridico importante in merito alla soppressione di un comma dell'art 133 in relazione all'accertamento della pericolosità sociale. Noi concordiamo e lo hanno evidenziato anche le Società Professionali e Scientifiche in una Lettera Aperta al Ministro! Anche noi riteniamo che si tratta di un ritorno al passato con una CONCEZIONE LOMBROSIANA della psichiatria: si punta tutto sul soggetto, sulle qualità soggettive della persona, ma in altri termini sulle caratteristiche personologiche (genetiche?) senza tener conto degli effetti dell'ambiente. Sinceramente nel 1930 il dibattito tra la scuola del positivismo e quella classica era stata più interessante: adesso prevale la logica "non vedo, non sento, non discuto".

Nel decreto vi sono altre problematiche di carattere giuridico che non vogliamo pubblicamente evidenziare adesso, poichè riteniamo che ove mai non ci fosse un serio dibattitto procederemo per impugnare il Decreto!

In conclusione, quel decreto secondo molti  sta viaggiando sul binario del "sentimento di piazza" sovrapponibile  a eclatanti casi precedenti, come Di Bella o Stamina, e sul binario del pragmatismo o dell'opportunismo appartenente a movimenti nostalgici dai contenuti culturali ben circoscritti e mai sostenuti da evidenze scientifiche!

Il familiare che scrive lavora in uno studio penale di consolidata tradizione storica e quindi crede di avere consapevolezza di cosa scrive.
L'utente che scrive si è impegnato personalmente in campagne contro il pregiudizio associato al Disturbo Mentale con uno Spot che ha coinvolto 200 persone nella realizzazione, proiettato nei cinema e diffuso a livello nazionale tramite internet e che vede vanificato tutto il lavoro prodotto (vedi www.rsmcampobasso.it).
Lo psichiatra che scrive Dirige un Servizio sempre più orientato alla Promozione oltre che alla Tutela della Salute Mentale, un servizio orientato ai bisogni epidemiologici e quindi concepito per essere accessibile e non evitato dalle persone per pregiudizi o per l'ingestibilitá di infermi di mente non affetti da Disturbo Mentale.
Promosam infine è un'Associazione Culturale formata da persone che si interessano di Politiche di Promozione di Salute Mentale per rendere i servizi psichiatrici accessibili, per favorire iniziative di sensibilizzazione e interventi di prevenzione nelle scuole!

Chiediamo dunque agli operatori di documentarsi bene su quello che sta succedendo, di formare piccoli comitati per dibattere bene oltre l'ideologia, di condividere con gli utenti e con i familiari quello che abbiamo condiviso nel nostro servizio in accordo con le Società Scientifiche. Lo chiediamo per poi rivolgere un appello al Presidente della Repubblica affinchè non firmi quel Decreto e possa rappresentare alla classe politica un più equilibrato intervento legislativo che tenga conto di tutta la problematica a 360 gradi, che ascolti anche tutte le diversificate posizioni senza privilegiare una sensibilità maggiore per una parte "storica", come se l'assistenza psichiatrica si svolgesse solo in alcuni luoghi ben circoscritti senza prendere atto che il successo della Legge 180 lo si deve alla dedizione di tutti gli operatori in tutti i luoghi di cura in Italia del Disturbo Mentale!

Dott Franco Veltro, Direttore DSM di Campobasso.
Dott.ssa Carmela Baranello, Presidente Associazione Familiare (Mens Sana) delle persone affette da Disturbo Mentale!
Sig. Giampietro Petrone, Presidente Associazione Utenti (Liberamente Insieme)
Dott.ssa Emiliana Bonanni, Presidente PRMOSaM (PROMOzione Salute Mentale)

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